Durante i nostri Corsi BLSD vengono insegnate le manovre per la rianimazione cardiopolmonare dell’adulto (+ abilitazione all’uso del DAE) come un corso assolutamente legato anche alla parte pediatrica. Non solo perchè un sanitario che si vuole preparare a salvare una vita non può avere competenze “parziali”, ma perchè – come ci viene insegnato nei corsi avanzati – il bambino NON è UN PICCOLO ADULTO.
Quindi oltre a cambiare le manovre, la modalità di approccio, l’estensione del capo, la possibilità di massaggiare con una sola mano, di posizionare le piastre in modo diverso se il torace è piccolo (intero-posteriore), la letteratura ci informa di due principi fondamentali nella RCP pediatrica:
1- il bambino che non viene ventilato e massaggiato prontamente ha scarse possibilità di salvarsi (basso ROSC).
2- soprattutto nei più piccoli avere il defibrillatore disponibile nei primissimi minuti (entro il 3° minuto) può fare la differenza.
Le attuali linee guida per la rianimazione internazionali ILCOR affermano che la sicurezza dei defibrillatori automatici esterni (DAE) nei bambini di età inferiore a 1 anno non è nota, ma un episodio che coinvolge un neonato di 31 giorni, che ha avuto un arresto cardiaco extraospedaliero, viene riferito essere stato salvato perchè era disponibile un defibrillatore velocemente in meno di 5 minuti.
Ora…è vivo e sta bene.
Partendo da questo incidente (per fortuna finito bene), che è diventato un articolo scientifico possiamo fare una riflessione, basandoci su quanto pubblicato: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/jce.14125
Nell’articolo scientifico segnalano l’uso riuscito del defibrillatore pediatrico in un bambino in buona salute di soli 31 giorni con arresto cardiaco extraospedaliero. Le compressioni toraciche sono iniziate immediatamente (grazie a persone addestrate tramite un corso), gli elettrodi pediatrici del DAE sono stati applicati in meno di 5 minuti, ed il ritmo iniziale era la “fibrillazione ventricolare“, un ritmo maligno che è incompatibile con la vita, e che senza un defibrillatore presente in pochi minuti non è modificabile in alcun modo. Dopo l’erogazione di due shock da 50 J, è stato raggiunto il ritorno della circolazione spontanea. E’ stata diagnosticata successivamente una sindrome rara al neonato, ed è stato dimesso, ed è tornato a casa in buone condizioni dopo il posizionamento del defibrillatore epicardico. Questo caso rappresenta, per quanto ne sappiamo, il paziente più giovane defibrillato con successo da un AED/Pediatrico in un ambiente non medico, e che non presentava alcun danno miocardico apparente.
Questo fatto apre un capitolo molto interessante che non riguarda solo i sanitari, ma anche la popolazione; la società civile, le famiglie, i genitori, in un futuro non lontano, potrebbero decidere di fare un corso di rianimazione cardiopolmonare pediatrico e dotare il proprio condominio/casa/ asilo nido/scuola di un defibrillatore pediatrico, associato a personale adeguatamente formato, per fronteggiare casi del genere.
L’altro fattore determinante è di certo seguire un corso di elevata qualità, con materiale tecnologicamente avanzato, ed al passo con i tempi.
Noi da tempo eroghiamo corsi con manichini digitali pediatrici collegati a dei device, in grado di fornire ad ogni discente (sanitario o non sanitario) le competenze reali con validità internazionale tramite la rete di formazione “American Heart Association”. Siamo ingrato di organizzare corsi dedicati – oltre che per Ospedali, Cliniche, RSA, anche per comunità, famiglie ed Aziende in ambito CSR.